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Tiziana


di Sleepy699
18.12.2024    |    2.653    |    3 9.5
"Sono rapita da queste fantasie e le mie mani iniziano a sfiorare l’interno coscia, prima dolcemente poi sempre più avide e impudiche..."
Entro in casa sudata e trafelata. Il pensiero della mia collega Tiziana, è un’ossessione, un fuoco dentro che brucia e mi consuma in quest’estate torrida. Tiziana è una collega nuova che incrocio alla macchinetta del caffé. I nostri incontri stanno diventando sempre meno casuali e sempre più premeditati, potrei dire attesi. Abbiamo iniziato a parlarci distrattamente, giusto per scambiarsi qualche parola di cortesia. E dopo le parole di cortesia sono arrivati gli scambi di opinioni. E dopo le opinioni sono arrivati i racconti personali. In un’escalation di curiosità sempre più fisica. Non abbiamo mai (ancora) parlato esplicitamente di passioni o fantasie, ma quando conversiamo è come se la sua testa fosse proprio dentro la mia.
Mio marito non è in casa, ho tutta l'intimità che posso desiderare. Mi sfilo lentamente la t-shirt attillata, indugiando minuziosamente sui capezzoli, solleticandoli e inturgidendoli più di quanto già non lo siano. Il seno resta nudo, si specchia con sguardo indagatore: non è prosperoso ma è ben fatto, è invitante come una coppa di champagne. Comincio a giocarci, a toccarmelo con massaggi audaci e profondi, fissando la mia immagine riflessa, quello che vede ha un alto potere eccitante, avverto il clitoride triplicarsi, le mutandine bagnarsi. Mi sfilo i sandali, prima uno poi l’altro, lentamente, mi accarezzo le caviglie e i piedi longilinei e curati, i brividi di piacere mi giungono fino al collo, alla nuca, alle tempie. Intanto penso che magari sì, magari anche Tiziana mi sta pensando. Allora se è così, via la gonna ora!
Restano solo gli slip, minimi nelle dimensioni ma di un bianco castigato, monastico. Osservarsi allo specchio è mero piacere, trovarsi bella è piacere, toccare me stessa con avidità è piacere. Quelle mutandine dall’aspetto infantile le faccio scorrere con una delicatezza esasperante, prima sui fianchi, poi sulle cosce sode, sui polpacci torniti e infine me le sfilo. Il mio sguardo torna allo specchio, scrutatore e compiaciuto. Vorrei che Tiziana mi vedesse. Il ricordo di lei che oggi mi ha abbracciato e baciato sulle guance per augurarmi buon compleanno torna a travolgermi e a sconvolgermi. Ho ancora nelle narici il suo profumo. La immagino con i suoi occhi grandi, accentuati da un mascara scuro e una sottile linea di eyeliner, i capelli neri, liscissimi con qualche ciocca ribelle, che mi stia osservando. Ho ancora nelle orecchie il suo modo di parlare, quella cantilena veneta che in altri troverei stucchevole ma in lei trovo deliziosa. Finora ho agito per me, decido che d’ora in poi lo farà per lei, per Tiziana, quella femmina calda e sensuale che vedo ogni giorno in ufficio in tutto il suo splendore con quelle gambe vellutate e i fianchi da accarezzare fino al seno. Quanto vorrei che lei fosse qui con me, sentire le sue mani che mi accarezzano il viso, collo, spalle, schiena e giù fino ai glutei, dove si fermano e stringono.
Sono rapita da queste fantasie e le mie mani iniziano a sfiorare l’interno coscia, prima dolcemente poi sempre più avide e impudiche. Piccoli, delicati cerchi fino a giungere ad una Venere glabra e succosa.
Quasi come se me lo stesse chiedendo affondo le dita nella fessura bollente e bagnata, come in un contenitore che non aspetta altro che essere riempito. Le mie dita si muovono sempre più velocemente, il mio ansimare si fa più intenso mentre sussurro il suo nome. Sono decisa a non porre termine subito a questo momento paradisiaco, anzi a prolungarlo il più possibile, a goderne appieno.
Vado a prendere nel cassetto degli indumenti intimi il mio sex toy. Lo stringo fra le dita, è possente, è grande e duro fino quasi all’indecenza. È fucsia, un colore che non si addice al maschio, un membro pur sempre maschile ma con un’anima femminile. Tutto ciò mi predispone meglio ad essere penetrata, immaginando che sia Tiziana ad afferrarlo e a manovrarlo. Lo aziono e già solo il ronzio elettrico fa lubrificare la mia carne. Me lo passo sulle cosce e sulle natiche poi lo faccio scivolare gentilmente sulle labbra depilate che trovo bellissime. Vorrei che Tiziana mi vedesse. Poi, in preda ad un contorcimento carnale e licenzioso, me lo infilo dentro.
All’inizio mi concentro sullo sfregamento, un preliminare che mi galvanizza, mi carica di smania primitiva e ferina. Poi, sempre immaginando di essere posseduta da Tiziana comincio a simulare e a vivere un amplesso selvaggio, bestiale. Le mie contorsioni sono vogliose, la mia bocca sussurra parole spudorate e turpi. Tiziana nella mia testa mi fa sussultare con dissennatezza, il dildo nella vagina mi scuote alla follia. Non ce la faccio più a trattenermi, ho voglia e urgenza di venire, di godere, di squirtare. Il calore dell’orgasmo mi pervade, le scosse mi percuotono in modo sregolato, la mente si obnubila, ed è solo un unico momento di estasi, un picco di tensione spasmodica. E’ uno di quegli orgasmi dove la mente non esiste, i sensi li perdi tutti e non c’è più senso, se non quello che stai vivendo. Poi mi accascio davanti allo specchio, provata dalla forza di quell’infinito climax. Le tempie mi pulsano e sento nella mia testa la risata di Tiziana come se avesse assistito alla scena e ne fosse alquanto divertita.
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